Bizet George

Bizet George nasce a Parigi il 25 ottobre 1939 trascorre l’infanzia in un ambiente economicamente modesto ma musicalmente vivo proviene infatti da una famiglia di musicisti ed insegnanti di musica,tuttavia, sembra attratto più dalla letteratura e dalle arti figurative che dalla musica.

A nove anni inizia a prendere lezioni da Antoine-François Marmontel e nel 1848 entra al Conservatorio di Parigi, dove studia composizione e fuga con Pierre-Joseph-Guillaume Zimmermann e, dopo la morte del maestro (1853), con Jacques Fromental Halévy (suo futuro suocero e padre del librettista di Carmen).È allievo anche di Charles Gounod, che spesso sostituì Zimmermann.Fra le composizioni del giovane allievo spicca la Sinfonia in do maggiore (1855), che egli non renderà mai pubblica:  l’autografo sarà ritrovato solo nel 1933 e la prima esecuzione, nel 1935, sarà una vera rivelazione.Si avvicina il momento di uscire dall’ambiente del Conservatorio e di misurare le proprie forze in un concorso che costituisce una sorta di passaggio obbligato per i giovani artisti francesi del tempo: il Prix de Rome. Fallito il primo tentativo di vincere l’ambito premio, Bizet invia a un concorso bandito da Jacques Offenbach un’operina buffa, briosa e spontanea: Le docteur Miracle,La giuria, quanto mai prestigiosa,assegna Il primo premio ex aequo a Bizet e a Charles Lecocq e le due operine vanno in scena nell’aprile del 1857.Il buon successo introduce il giovane compositore nei salotti mondani della Parigi musicale.Nello stesso anno affronta per la seconda volta il Prix de Rome e ottiene il massimo dei voti con la cantata d’obbligo Clovis et Clotilde, che viene eseguita con successo nell’ottobre 1857.Non ancora ventenne, parte per Roma.grazie ala borsa di studio vinta al concorso, dopo un breve periodo di spaesamento, il giovane compositore si ambienta felicemente e, grazie al successo ottenuto come pianista, si introduce nei salotti della buona società capitolina.

A causa delle gravissime condizioni di salute della madre nel settembre 1860 fa ritorno a Parigi.Il 1862 è un anno difficile: dopo gli anni di Roma, così ricchi di stimoli e speranze, la ripresa della vita parigina si rivela povera di novità e sostanzialmente deludente.Profondamente abbattuto e assillato da gravi difficoltà economiche, Bizet è costretto a scrivere all’editore Choudens:  promettendo di fare qualsiasi cosa.Mentre lavora con scarsissimo entusiasmo alla vasta partitura di Ivan IV, un Grand-opéra in cinque atti, il direttore del Théâtre Lyrique, Léon Carvalho, gli commissiona per l’autunno un’opera di ambiente esotico, Les Pêcheurs de perles, accolta con discreto favore dal pubblico. Dopo diciotto repliche quest’opera melodicamente generosa e timbricamente suggestiva viene tolta dal cartellone: rivedrà le scene solo dopo la morte del suo autore.Svanita la speranza di rappresentare Ivan IV al Théâtre Lyrique e falliti i contatti con l’Opéra, è colto da una profonda depressione e da quella mania di persecuzione che lo accompagnerà per il resto della vita

Nel 1866 una provvidenziale commissione di Carvalho – l’invito a scrivere un’opera tratta da un romanzo di Walter Scott, La jolie fille de Perth – risolleva lo sfiduciato artista.

. La nuova opera va in scena il 26 dicembre 1867 con successo, ma la critica lamenta la presenza di un certo «wagnerismo».

Nell’estate del 1867 l’eclettico musicista inizia a collaborare con la «Revue National et Etrangère». Le sue critiche musicali, piene di ardimento e di schiettezza, rivelano autentiche doti letterarie.

. Nell’autunno la sua vita privata giunge a una svolta fondamentale: dopo tante avventure erotico-sentimentali di poco conto, Georges incontra una «ragazza adorabile», Geneviève Halévy, secondogenita del suo ex insegnante.

Finalmente, nel giugno del 1869, Bizet ottiene il consenso a sposare Geneviève. Ma l’unione, iniziata felicemente, si deteriorerà ben presto a causa dell’instabilità mentale della ragazza, gravata da una funesta tara familiare.

Sommerso dagli obblighi familiari, Bizet attraversa un periodo professionalmente dispersivo: i progetti si accavallano e sovente sfumano nel nulla.

lo scoppio della guerra franco-prussiana del 1870 e l’insurrezione della Comune lo sconvolgono: decide di arruolarsi nella Guardia nazionale e accoglie con entusiasmo la proclamazione della Repubblica. Alla fine della guerra, nel 1871, compone una delle opere più belle del repertorio pianistico a quattro mani: la serie di dodici pezzi Jeux d’enfants,

da cui ricava una suite per orchestra, e nell’estate scrive rapidamente, su invito dell’Opéra-Comique, un’opera in un atto, Djamileh, tratta dal poema amoroso di Alfred de Musset Namouna. Nonostante il buon esito della prima, la nuova opera avrà solo undici repliche e raccoglierà soprattutto critiche negative.

Il 1872 è un anno felice: il 10 luglio Geneviève dà alla luce Jacques, l’unico figlio della coppia, e Carvalho – che dopo il fallimento del Théâtre Lyrique dirige il Théâtre du Vaudeville – commissiona a Bizet le musiche di scena per un dramma di Alphonse Daudet: L’Arlésienne che andrà in scena il1 ottobre 1872 con esito deludente

.. Bizet ricava dalla sfortunata partitura una suite per grande orchestra, che ottiene un grande successo nel novembre dello stesso anno.

Tra il 1873 e il 1875 Bizet lavora a Carmen, il suo capolavoro, opera affascinante per la ricchezza dell’invenzione musicale, il melodismo morbido e sensuale, la duttilità dell’armonia, la leggerezza delle danze e degli elementi folklorici.

Un’opera che avrà fra i suoi più entusiastici ammiratori Friedrich Nietzsche, Pëtr Il’i? ?ajkovskij, Giacomo Puccini, Johannes Brahms e più tardi il giovane Sigmund Freud.

Ma il soggetto, tratto da una novella di Prosper Mérimée e ambientato nella Spagna degli zingari e dei toreri, suscita un forte scandalo e all’esito deludente della “prima” fa seguito la reazione aspra e violenta della stampa. Il fragile sistema nervoso di Bizet ne è profondamente turbato. Ad aggravare la situazione sopravviene un violento attacco di angina con crisi di soffocamento, tanto che il trentasettenne compositore è costretto su una sedia a rotelle. Il 28 maggio 1875 parte con Geneviève per Bougival dove, rinfrancato da un paio di giorni di tranquille passeggiate, si concede un bagno nel fiume: un’imprudenza che gli provoca un accesso di febbre reumatica e una crisi cardiaca. Il 2 giugno la crisi pare superata. La sera all’Opéra-Comique va in scena la trentatreesima replica di Carmen; nella notte Bizet muore (3 giugno 1875).

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